Ascensore esterno: quanto costa e come installarlo
L’installazione di un ascensore esterno in un palazzo esistente è la scelta migliore per aiutare anziani e disabili a muoversi tra piani e dislivelli: permette, infatti, di superare le barriere architettoniche e migliorare la qualità della vita di chi ha difficoltà motorie.
Millepiani Elevators propone un’ampia gamma di ascensori esterni e miniascensori da esterni con struttura autoportante ancorata oppure non ancorata all’edificio: si tratta di impianti dalla dimensioni minime, realizzati usando metalli come ferro, alluminio o acciaio inox.
Dopo un attento sopralluogo e un dettagliato studio di fattibilità, i tecnici dell’azienda sviluppano il progetto e svolgono il lavoro con formula chiavi in mano: gestiscono, quindi, il cantiere in tutti i suoi aspetti, coordinando ogni singola operazione, dalle opere di muratura a quelle di impiantistica.
Gli ascensori esterni e i fattori che influenzano i prezzi
Per quanto riguarda il design di un ascensore esterno, Millepiani Elevators punta a realizzare impianti che si armonizzino perfettamente con il contesto architettonico.
L’obiettivo è ottenere un impatto visivo minimale, con finiture personalizzate, senza snaturare la struttura preesistente.
L’intera operazione si può realizzare in 3-4 mesi.
Il prezzo di un ascensore esterno varia in base ad alcuni fattori:
- tipologia di ascensore;
- tecnologia integrata;
- numero di piani che l’impianto deve servire.
All’investimento per l’impianto, bisogna aggiungere:
- i costi delle concessioni edilizie;
- le spese per le pratiche necessarie a ottenere l’autorizzazione a procedere all’allestimento.
Gli ascensori esterni e il possibile costo: ci sono alternative?
L’installazione di un ascensore esterno avviene solo previa approvazione del progetto in sede di assemblea condominiale.
Come previsto dalla legge 19/89, dal decreto ministeriale 236/1989 e dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 14786/2009, il progetto è approvato solo se 1/3 dei condomini si dichiara a favore.
Se la proposta di installazione non viene approvata per ostacoli architettonici o costi troppo elevati, una valida alternativa è rappresentata dai servoscala a pedana o a poltrona: Millepiani Elevators li propone nella sua offerta, come soluzione economica e poco impegnativa.
I permessi per l’installazione
In base al DM 2 marzo 2018, chiamato anche “Glossario unico per le opere di edilizia libera”, l’installazione di apparati che abbattono le barriere architettoniche, come rampe mobili, servoscala e ascensori interni, non richiede espressa autorizzazione da parte del Comune.
Il discorso è diverso, però, per quanto riguarda gli ascensori esterni, o miniascensori ancorati alla struttura dello stabile che ne modificano sagoma e volumetria.
In questo secondo caso, infatti, occorre ottenere permessi specifici da parte delle autorità competenti.
L’autorizzazione a procedere con i lavori può essere ottenuta o meno a seconda degli aspetti elencati qui sotto:
- visibilità e posizione dell’edificio;
- classificazione dell’edificio, quindi eventuale presenza di vincoli paesaggistici, storici o artistici.
Il permesso CILA: quando l’ascensore esterno non è visibile dalla strada
Il permesso CILA ha a che vedere con posizione e visibilità dell’installazione nell’edificio.
Di che cosa si tratta?
L’acronimo sta per “Comunicazione inizio lavori asseverata”.
Con questa definizione si fa riferimento alla predisposizione della pratica edilizia da parte di un professionista abilitato.
All’interno della documentazione devono essere riportate tutte le operazioni previste e la dichiarazione di conformità rispetto alle norme sismiche, energetiche, antincendio e igienico-sanitarie.
La pratica CILA costituisce l’iter burocratico sufficiente quando l’installazione dell’impianto elevatore riguarda una parte dell’edificio non visibile dalla strada: un cortile interno oppure una facciata esterna.
Altri vincoli da rispettare
Oltre alla non visibilità dalla strada, ci sono altri due vincoli che devono esser rispettati per poter montare un ascensore esterno:
- l’impianto non deve impedire ai condomini di aprire le finestre e sporgersi;
- non deve togliere luminosità agli appartamenti;
- deve essere compatibile con la piena fruizione degli spazi comuni del condominio;
- non deve comportare un abbassamento del valore dell’immobile.
Altri permessi per installare un impianto elevatore esterno
Se il palazzo da attrezzare con un ascensore esterno rientra nella categoria degli edifici con valore storico–artistico, la pratica CILA non è sufficiente.
È necessario ottenere l’autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio competente.
Per farlo, occorre fornirle tutta la documentazione relativa al progetto.
Entro centoventi giorni si ottiene il “verdetto”: se la Soprintendenza dà il nulla osta, i lavori possono essere fatti.
Quando l’ascensore esterno è visibile dalla strada
Per installare un mini ascensore esterno su una facciata visibile dallo spazio pubblico, è necessario ottenere specifiche autorizzazioni, oltre alla CILA.
La procedura dipende dal valore storico e artistico dell’immobile.
Se l’edificio non è soggetto a vincoli monumentali, bisogna inviare per via telematica al Comune la relazione paesaggistica redatta da un tecnico qualificato e richiedere l’Autorizzazione paesaggistica semplificata secondo il DPR 31/2017.
Il Comune invia poi questi documenti alla Soprintendenza entro sessanta giorni.
Nel caso in cui l’edificio sia sottoposto a tutela, occorre un’autorizzazione dalla Soprintendenza.
La richiesta deve includere il progetto dettagliato e la documentazione riguardante la tutela del patrimonio architettonico e le misure di mitigazione del rischio sismico.
L’installazione di un ascensore esterno: agevolazioni
Conviene installare un ascensore esterno in termini di sgravi fiscali?
La legge 13 del 1989 regolamenta la concessione dei contributi e degli incentivi per tutti quegli interventi che hanno lo scopo di superare le barriere architettoniche in edifici esistenti privati, ove risiedono disabili.
Possono accedere ad agevolazioni e incentivi fiscali le persone con disabilità permanente, le famiglie che le hanno a carico e i condomìni dove risiedono.
Per ottenere i contributi è necessario presentare domanda al sindaco del Comune in cui si trova l’immobile entro il primo marzo di ogni anno.
Leggi qui ulteriori indicazioni.
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