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Ascensore e montacarichi: differenze tecniche e normativa

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Ascensore e montacarichi: differenze tecniche e normativa
Cosa distingue il montacarichi dall’ascensore? E quali sono le altre tipologie di impianti elevatori oggi disponibili sul mercato? Con quali normative? Cerchiamo di rispondere a queste e ad altre domande con un approfondimento dedicato. Partiamo dalla domanda più frequente e di conseguenza dalla risposta più attesa: quando è possibile parlare di montacarichi e non di ascensore?

Cosa differenzia il montacarichi dall’ascensore

Per capire quando si può parlare di montacarichi, bisogna prima di tutto individuare gli elementi che distinguono questo tipo di macchinario dall’ascensore.

La principale differenza tra montacarichi e ascensori è legata al “che cosa trasportano”: i primi sono impianti progettati per trasportare oggetti, i secondi sono impianti progettati per trasportare persone.

Forme e caratteristiche dei montacarichi possono variare, così come i contesti d’uso, che includono edifici privati o pubblici, ospedali, ristoranti e molti altri. Gli ascensori sono utilizzati soprattutto nei condomini, nelle aziende e negli enti pubblici.

Ne deriva che ascensori e montacarichi non sono affatto sostituti l’uno dell’altro: il montacarichi serve ad agevolare il trasporto di oggetti all’interno di un edificio, mentre l’ascensore risponde all’esigenza di trasportare persone da un piano all’altro di un palazzo.

Portata e velocità di una piattaforma montacarichi

La portata di una piattaforma montacarichi – un impianto, quindi, specificamente progettato per trasportare in uno spazio chiuso merci, prodotti, semilavorati – va dai 250 kg fino ai 10.000 kg. Per macchinari standard, la velocità varia generalmente tra gli 0,3 e gli 0,6 m/s. In contesti particolari, dove è necessario rispondere a esigenze di efficienza specifiche, la velocità può arrivare al massimo a 1 m/s.

In ascensore: qual è la portata massima e quanto si può andar veloci

La piattaforma di un ascensore deve far fronte a esigenze di carico evidentemente inferiori rispetto a quelle che competono un impianto elevatore per merci. Infatti, quando si parla di ascensori, occorre considerare solo ed esclusivamente il trasporto di persone. Nei contesti residenziali sono più che sufficienti ascensori con una portata massima di 1.000 o 1.500 kg. Negli edifici commerciali, invece, gli ascensori possono arrivare a una portata di 1.800 kg.

Distinta dalla portata è la capienza, un dato che si ottiene dividendo la portata massima per 75 kg, cioè un dato che corrisponde idealmente al peso medio di una persona: si ottiene così il numero massimo di passeggeri e passeggere che l’ascensore può trasportare.

Quali altri impianti si possono individuare?

In commercio sono disponibili numerose altre soluzioni con finalità simili a quelle di montacarichi e ascensori. Per esempio, si possono installare miniascensori, ascensori domestici o piattaforme elevatrici nei casi in cui non sia possibile o conveniente scegliere un ascensore tradizionale. Un’alternativa agli ascensori è rappresentata dai montascale: sono una valida opzione per superare le barriere architettoniche e risultano ideali in contesti in cui non è possibile installare un elevatore tradizionale.

Differenze tra ascensore e piattaforma elevatrice

Abbiamo visto la differenza tra ascensori e montacarichi: i primi destinati al trasporto di persone, i secondi al trasporto di oggetti. Ma quali sono le differenze tra un ascensore e una piattaforma elevatrice, conosciuta anche come miniascensore o ascensore domestico?

Entrambi permettono il superamento di dislivelli nel rispetto della normativa vigente, garantendo la massima sicurezza, ma presentano notevoli differenze in termini di prestazioni e possibilità di installazione. Le principali riguardano la velocità d’esercizio, la potenza necessaria a parità di portata e i volumi tecnici richiesti.

Velocità di ascensori e piattaforme elevatrici

La velocità dell’ascensore può variare da 0,5 a 1 m/s, rendendolo adatto per edifici con più di quattro piani. La piattaforma elevatrice, invece, è destinata principalmente all’uso domestico grazie alla sua velocità ridotta, che comporta consumi energetici inferiori e una potenza compresa tra 0,5 e 2 kW. Spesso è sufficiente una tensione monofase, senza la necessità di un contatore trifase dedicato.

Dal punto di vista dei volumi, l’ascensore ha una portata maggiore ed è progettato per il trasporto frequente di più persone: richiede, quindi, spazi più ampi per fossa, testata e locale macchine. Al contrario, la piattaforma elevatrice è una soluzione ideale in contesti con spazi limitati.

Cosa prevede la normativa su ascensori e montacarichi?

La normativa che disciplina ascensori e montacarichi in Italia è contenuta principalmente nel DPR del 30 aprile 1999 n. 162, modificato dal DPR n. 23/2017 per recepire la Direttiva UE 2014/33/UE. Stabilisce norme sulla costruzione, installazione, messa in esercizio e manutenzione degli ascensori, ordinaria e straordinaria.

Gli impianti installati dopo il 30 giugno 1999 devono rispettare le disposizioni del Capo I del regolamento, mentre quelli precedenti devono essere conformi alla normativa vigente al momento della loro installazione. Per entrambi, il Capo II regola le procedure di manutenzione e verifica, inclusi montacarichi e strumenti di sollevamento con velocità inferiore a 0,15 m/s, come servoscala e piattaforme elevatrici.

Marcatura CE e interventi di modernizzazione

È fondamentale l’apposizione della marcatura CE, che assicura la conformità ai requisiti essenziali stabiliti nell’Allegato I del DPR n. 162/1999. Questo avviene tramite procedure di costruzione e certificazione dettagliate. Gli standard tecnici sono definiti dalle normative EN 81-20 e EN 81-50: la prima riguarda la realizzazione e la messa in opera degli ascensori, la seconda concerne i criteri di calcolo, i test e la validazione dei componenti.

Per interventi di riparazione o modernizzazione, le imprese devono rispettare le normative tecniche UNI 10411 e rilasciare una dichiarazione di conformità che specifichi le norme di buona tecnica applicate.